Se c’è una cosa buona con la pandemia, è che gli italiani sono diventati più consapevoli nei confronti del cibo. Lo conferma il report di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability (su rilevazione Ipsos) in occasione dell’ottava Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare che si celebra oggi.
Si spreca, ancora, è vero, ma decisamente meno che in passato. Nel 2020 sono finiti nella spazzatura “solo” 27 kg di cibo a testa (529 grammi a settimana), quasi il 12% in meno rispetto al 2019, per un totale di 3,6 kg. Questo significa che oltre 222.000 tonnellate di cibo sono state salvate dallo spreco, per un risparmio di 6 euro a testa e di 376.000 di euro a livello globale.
Complessivamente lo spreco alimentare domestico nazionale vale oltre 6 miliardi di euro, e se si sommano le perdite in campo e quella legate alla distribuzione si arriva a 10 miliardi.
<<La tendenza a un netta diminuzione dello spreco alimentare domestico – spiega l’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore della campagna Spreco Zero e della Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare – si conferma in questo primo scorcio del 2021. Colpisce l’attenzione degli italiani al tema: l’85% chiede di rendere obbligatorie per legge le donazioni di cibo ritirato dalla vendita ad associazioni che si occupano di persone bisognose, in seguito all’aumento della povertà generato dalla pandemia>>.
Settentrionali e single i più attenti
La mappa dello spreco mostra che le famiglie più oculate sono quelle che vivono al Nord (489 g di cibo buttato a settimana). Lo spreco medio nel Centro Italia è prossimo ai 500 g, mentre a Sud si arriva quasi a 600 g.
Le famiglie con figli sono quelle che gettano più cibo, in media il 15% in più rispetto ai single. Chi vive nei centri urbani è più attento rispetto a chi abita nei piccoli comuni e paradossalmente gli italiani che si definiscono di ceto basso o medio-basso gettano il 10-15% in più rispetto agli altri.
Entrando nel dettaglio, la frutta fresca è il prodotto più sprecato, seguito da verdura fresca, da cipolle, aglio e tuberi, insalata e pane. Il motivo principale dello spreco è che ci si dimentica di avere in frigo alimenti a ridosso della scadenza, ma talvolta si comprano frutta e verdura già “avanti”, o si acquista troppo, calcolando male il cibo che serviva.
Il report Waste Watcher International ha messo in evidenza altri aspetti interessanti, per esempio che 7 italiani su 10 sono consapevoli dell’importanza di investire qualche euro in più per la qualità o che l’insegnamento di non sprecare viene trasmesso in famiglia.
Le strategie anti-spreco
In un’epoca digitale, le strategie per non sprecare sono ancora “analogiche”: privilegiare l’acquisto di alimenti a lunga conservazione, organizzare frigorifero e dispensa in base alla data di scadenza, acquistare confezioni piccole, compilare la lista della spesa sulla base del menù settimanale, congelare il cibo in eccesso e conservare gli avanzi per riutilizzarli.
Le app per acquistare il cibo prossimo a scadenza a prezzi ribassato o per scambiare i prodotti sono ancora poco usate, come quelle con ricette per il riutilizzo degli avanzi o per gestire il cibo in maniera ottimale.