Dopo un decennio di crescita pressoché costante – che ha visto triplicare i volumi prodotti e più che raddoppiare fatturato, numero di addetti e di aziende – il 2023 ha fatto segnare la prima battuta d’arresto per la filiera delle plastiche compostabili. La fotografia è contenuta nel X Rapporto sulla filiera italiana delle bioplastiche compostabili, stilato come dalla società di ricerca Plastic Consult e presentato durante il convegno organizzato da Assobioplastiche, Consorzio Biorepack e CIC (Consorzio Italiano Compostatori).
Il fatturato sviluppato dalla filiera, dopo il record 2022 (1,16 miliardi di euro) è sceso a 828 milioni (-29,1%), sull’onda della forte flessione registrata dai listini (materie prime, semilavorati e prodotti finiti). Calano anche i volumi complessivi dei manufatti prodotti: 120.900 tonnellate (-5,5% sul 2022), situazione analoga a quella registrata nel settore delle termoplastiche convenzionali vergini (-6%).
Tra i principali settori applicativi, nel 2023 le maggiori difficoltà sono state incontrate dal comparto monouso (-20%), schiacciato tra la concorrenza con materiali alternativi e le importazioni di manufatti compostabili dal Far East. Positivo, invece, l’andamento per i prodotti legati alla raccolta dell’umido e i film per l’agricoltura.
Anche nel 2023 cresce invece il numero di aziende: sono attualmente 288, suddivise in produttori di chimica di base e intermedi (5), produttori e distributori di granuli (20), operatori di prima trasformazione (198), operatori di seconda trasformazione (65). Sostanzialmente stabile rispetto al 2022 il numero di addetti dedicati(ovvero quelli che nelle aziende del comparto si occupano direttamente dei prodotti che entrano nella filiera delle bioplastiche compostabili): sono 2980, -0,8% rispetto all’anno precedente.
Positivi i numeri su riciclo
Per quanto riguarda le attività di riciclo organico delle bioplastiche compostabili, i numeri rimangono positivi: nel 2023 il tasso al netto degli scarti è stato infatti pari al 56,9% dell’immesso al consumo (44.338 tonnellate a fronte delle 77.900 immesse sul mercato). Un dato che si conferma superiore sia agli obiettivi di riciclo fissati per il 2025 (50%) sia per il 2030 (55%).
Non meno rilevanti, i dati relativi alle attività di trattamento: i 155 siti di compostaggio, digestione anaerobica e sistemi integrati, distribuiti nelle diverse regioni italiane, hanno trattato nel 2022 poco più di 5 milioni di tonnellate di rifiuto umido urbano. Il loro contributo alla produzione di compost è stato pari a 1,44 milioni di tonnellate.
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