ATTUALITA’ – Crescite record per l’alimentare

13 Luglio 2023

Il settore alimentare ha fatto segnare una Crescita record del 12% nel 2022. Lo rivela il Food Industry Monitor (FIM) 2023, realizzato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e da Ceresio Investors. 

Il Food Industry Monitor analizza le performance di un campione di 850 aziende, con un fatturato aggregato di circa 70 miliardi di euro, attive in 15 comparti del settore food. L’osservatorio analizza le performance storiche delle aziende del food dal 2009 al 2022, focalizzandosi sulle seguenti dimensioni: crescita, export, redditività, produttività e struttura finanziaria. Per ogni comparto sono state elaborate le previsioni di crescita del fatturato e dell’export e sull’andamento della redditività relative al biennio 2023-2024.

Buone prospettive per i prossimi anni

Molto positive anche le esportazioni (+16% a valore), superiori alle performance ottenute nel 2021 (+11,7%). E la crescita del settore proseguirà anche nel biennio 2023-2024 con tassi superiori al PIL: per il 2023 si prevede un + 8,4% e per il 2024 un + 5,7%, mentre le esportazioni si attesteranno su una crescita intorno al 10%.

Le turbolenze internazionali, l’inflazione e le tensioni sui prezzi delle materie prime hanno avuto un effetto principalmente sulla redditività commerciale (ROS) che fa registrare una lieve riduzione nel 2022, con un valore pari al 4%.  Scende anche la redditività del capitale investito (ROIC) al 6,5% per effetto dell’aumento del capitale investito in scorte di materie prime e semilavorati. Ma per il 2023 si prevede una ripresa del ROIC con valori vicino alla media del periodo, mentre continuerà la pressione sui margini commerciali e quindi sul ROS.

Il trend positivo di breve periodo del settore food beneficerà dell’andamento dell’economia italiana che nel 2023 crescerà ben oltre le attese. Il dato del 2024 potrebbe invece essere influenzato negativamente dall’erosione del potere di acquisto delle famiglie per la corsa dell’inflazione che non sembra rallentare. I comparti farine, surgelati, latte, distillati, salumi e vino saranno interessati, nel 2023, da una crescita dei ricavi a due cifre e performance altrettanto positive al di sopra della media del settore sono previste per pasta e birra. I comparti conserve, del caffè, dell’acqua, dell’olio e dei dolci otterranno buone performance di crescita, seppure di entità minore e al di sotto della media del settore.

L’analisi delle start-up food

Il Food Industry Monitor del 2023 ha analizzato anche le start-up operanti nel settore food. L’indagine si è focalizzata su un campione di 3.367 imprese create negli ultimi i 10 anni (dal 2012 al 2021) nei diversi comparti del food e suddivise in tre gruppi, in base alla tipologia di struttura proprietaria:

  • start-up indipendenti, ovvero aziende di nuova costituzione fondate da imprenditori/ imprenditrici (83% del campione);
  • start-up supportate da partner industriale, ovvero aziende di nuova costituzione, controllate o partecipate da investitori industriali, ovvero società già operanti nel settore food o in settori affini (15% del campione);
  • start-up supportate da investitore, quindi aziende di nuova costituzione, supportate da fondi di private equity o altri investitori istituzionali (2% del campione).

L’età media degli imprenditori e delle imprenditrici che hanno fondato le aziende è piuttosto elevata (48 anni circa), in particolare il 43,4% delle aziende è stato fondato dalla generazione dei baby boomer (nati tra il 1965 e il 1979). L’incidenza di imprenditrici sul totale dei/delle fondatori/fondatrici varia a seconda del tipo di start-up: le donne rappresentano il 31,5% nelle start-up indipendenti, il 16,9% nel caso delle start-up industriali e solo l’11,9% nelle start-up supportate da investitore finanziario.

In termini di presenza nei CdA, il gender gap resta significativo con solo il 22,8% del totale degli amministratori e amministratrici di sesso femminile, si tratta di un dato leggermente migliore rispetto alla presenza delle donne nei CdA delle aziende del food (intero campione del Food Industry Monitor) che si attesta al 21,7%.

Il 79% delle aziende del campione ha ricavi inferiori al milione di euro, il 17% tra 1 milione e i 5 milioni e solo il 4% ha ricavi superiori a 5 milioni di euro. Le aziende indipendenti sono prevalentemente di piccole dimensioni, con un fatturato medio di 1 milione di euro, contro gli oltre 4 milioni delle aziende con investitore industriale e i 2 milioni di quelle supportate da investitore finanziario.

Dal confronto tra le performance del campione start-up e dell’intero settore food (le aziende mappate dal FIM) emergono per le prime migliori performance di crescita (CAGR 2015-2022) pari al 24%. La situazione si inverte se si considera la redditività commerciale media (2015-2021), parametro sul quale le aziende del food si posizionano nettamente meglio rispetto alle start-up. Relativamente alla ricerca e sviluppo, nei 10 anni analizzati le aziende del campione hanno depositato 316 brevetti. Le start-up più attive su questo fronte sono quelle industriali che rappresentano il 59% d tutti i brevetti. Infine, le performance di crescita pluriennali (CAGR 2015 – 2021) sono leggermente più positivo per le aziende con alle spalle investitori istituzionali, seguite dalle aziende indipendenti e dalle aziende supportate da partner industriali.

 

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