Relazione del live webinar del 28/01/2021 “IL CONTROLLO DELLE INFESTAZIONI NELLA FILIERA AGRO-ALIMENTARE”, organizzato da OSD HPC gruppo Ecotech, con il supporto tecnico della piattaforma Formalimenti-Formalive
La gestione ecosostenibile degli infestanti nell’ambito della filiera agro-alimentare comprende l’uso di metodi alternativi ai trattamenti condotti con PMC o biocidi e assume oggi un ruolo centrale nel panorama del pest control.
OSD HPC gruppo Ecotech con il supporto tecnico della piattaforma Formalimenti-Formalive, ha organizzato un live webinar in cui ha trattato queste tematiche con alcuni tra i massimi esperti del settore.
“Scopo della giornata – ha detto Raffaele Carella di OSD – è stato quello di approfondire le informazioni sui maggiori infestanti delle derrate alimentari, un problema molto sentito in ambito produttivo con un impatto economico importante”. I relatori hanno quindi affrontato il tema dei sistemi di lotta alternativi a quelli di tipo di tradizionale presentando studi, tecniche ed esperienze di campo legate all’uso di feromoni, mating disruption e al lancio degli insetti utili nell’ambito delle aziende di produzione e trasformazione alimentare, per orientare l’operatore all’applicazione di un pest control efficace e sostenibile.
IPM sostenibile
Pasquale Trematerra, Professore Ordinario di Entomologia generale e applicata presso l’Università del Molise ha ricordato in apertura di evento come la necessità di sviluppare un approccio diverso e al contempo più sostenibile nella lotta agli infestanti risale al 1987, quando il Protocollo di Montreal ha dato il via alla graduale eliminazione della produzione e del consumo di sostanze dannose per l’ozono, fra queste il bromuro di metile. Il trattato ha di fatto spostato l’attenzione sulle metodiche alternative e sostenibili di controllo degli infestanti delle derrate: controllo biologico, alte e basse temperature ma anche l’uso di sostanze semiochimiche. Si è sancito così il passaggio fra un concetto di lotta basato sull’uso esclusivo del biocida per ottenere un abbassamento temporaneo della popolazione infestante (Pest Control) all’impiego di metodi integrati che permettono di ottenere vantaggi a lungo termine per le industrie produttive, gli operatori e per l’ambiente (Integrated Pest Management, IPM). L’approccio dell’IPM ha nel monitoraggio dei risultati ottenuti (attraverso le fasi di campionamento, identificazione delle specie infestanti, stima della popolazione) la sua fase caratterizzante. Fra gli strumenti e le metodologie a disposizione ci sono le trappole per artropodi; i feromoni e gli attrattivi alimentari; le trappole per roditori ed erogatori di esca rodenticida; il pest proofing; le ispezioni visive con raccolta dei dati e la loro analisi.
Nella gestione del rischio in ambito alimentare l’uso di feromoni (semiochimici) è una pratica con molti riscontri e numerose potenziali applicazioni. Essi consentono infatti il monitoraggio, la lotta attratticida, la cattura di massa, la confusione e l’auto-confusione sessuale. Trematerra ha sottolineato le principali caratteristiche analizzando pro e contro delle differenti tecniche adottabili soffermandosi in particolare su alcune. In merito per esempio all’efficacia della cattura di massa (mass trapping) ha evidenziato come possa essere condizionata da alcuni fattori (progettuali o applicativi) quali il disegno e la progettazione delle trappole, la qualità del dispenser di feromone, il corretto posizionamento delle trappole e la loro corretta quantificazione rispetto alle aree da trattare.
Rispetto ai metodi di confusione sessuale, indicata tra i metodi più studiati e adottati, ha posto l’accento anche su interessanti valutazioni da affrontare quali l’esposizione alta e costante al feromone da parte degli insetti, ma anche l’alto numero di false tracce che nel tempo potrebbe portare a un disorientamento.
In conclusione del suo intervento Trematerra ha quindi sottolineato come le pratiche che possono contribuire a ridurre i rischi di presenza e sviluppo dei parassiti, debbano essere previste già in fase di progettazione e costruzione dei nuovi impianti. Modelli previsionali più pratici delle infestazioni, renderebbero più semplici l’implementazione dei piani di IPM.
Gli attrattivi semiochimici
L’intervento di Sara Savoldelli, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze per gli Alimenti la Nutrizione e l’Ambiente dell’Università degli Studi di Milano, si è quindi focalizzato sulle esperienze di impiego di attrattivi semiochimici per il controllo dei Lepidotteri delle derrate.
Fra i feromoni, cioè le sostanze in grado di indurre reazioni specifiche di tipo fisiologico e/o comportamentale negli insetti, quelli sessuali vantano le maggiori applicazioni pratiche.
Le caratteristiche dei feromoni sono:
– l’alta specificità (sono attivi solo su una determinata specie):
– l’attività anche a bassi dosaggi (gli insetti sono capaci di percepirne le tracce fino a 7 km di distanza),
– la bassa tossicità
– la possibilità di inserirsi in un sistema di IPM.
Savoldelli ha descritto le principali applicazioni di queste sostanze: monitoraggio, cattura di massa (mass trapping), confusione sessuale (mating disruption), metodo attratticida (attract-and-kill e lure-and-kill).
Il monitoraggio ha l’obiettivo principale di verificare la presenza di infestanti, consentendo così di gestire sistemi di lotta mirati. Il mass trapping serve a ridurre la popolazione infestante catturando quanto più individui di sesso maschile possibile, attirati in trappole a feromone. Perché il sistema funzioni è necessario posizionare un numero adeguato di trappole per catturare quanti più maschi presenti, prima che fecondino le femmine. I migliori risultati si ottengono con gradi di infestazione di media intensità con effetti apprezzabili nel lungo periodo.
La confusione sessuale invece si basa sul lento rilascio di feromoni nell’ambiente, che impediscono al maschio di riconoscere quelli emessi dalla femmina pronta per l’accoppiamento, con il risultato che il maschio non riesce a fecondarla. Anche in questo caso, la densità di popolazione inziale è una condizione per il successo del metodo. Sono trattamenti efficaci nel lungo periodo e richiedono che gli erogatori di feromoni vengano sostituiti frequentemente.
I metodi oggi disponibili secondo Savoldelli sono efficaci, soprattutto nella lotta contro i lepidotteri, ma bisogna integrarli, se necessario, con altre tecniche, che richiedono grande professionalità e vanno inserite in un sistema di IPM.
Interessante il lavoro al quale si è fatto riferimento e pubblicato sulla prestigiosa rivista Insect Science, riportante delle esperienze di campo e relative a infestazioni di Plodia interpunctella in una fabbrica di cioccolato, trattata con azione combinata di confusione sessuale e lancio di insetti parassitoidi.
Confusione sessuale
Paolo Guerra, consulente per la gestione degli infestanti e la sicurezza igienica in ambito agro-alimentare ha presentato gli esiti del monitoraggio di una metodica di confusione sessuale applicata in due stabilimenti di produzione alimentare. Tecniche, allo stato attuale fortemente contestualizzate nel tessuto produttivo che oggi possono essere usate anche in aziende alimentari strutturate, con produzioni continuative (24 ore su 24, 7 giorni du 7) e che non hanno la possibilità di integrare, per il contrasto agli insetti, metodi come la lotta chimica (insetticidi) o il calore all’interno dei propri reparti di produzione. Rispondono all’esigenza di adattarsi ad una realtà complessa in cui diversi fattori – il cambiamento climatico, una visione ecosostenibile sempre più matura e le sfide poste dai nuovi mercati di esportazione – richiedono sistemi di lotta adeguati.
L’esperienza riportata da Guerra ha riguardato un tecnica di confusione sessuale diretta contro lepidotteri (tignola fasciata e tignola grigia), basata sull’applicazione di diffusori di feromoni in un’azienda di cioccolato e in una di frutta secca, fissati al muro con fascette rintracciabili al metal detector, con una densità espressa fra i 200 e 400 m3.
I dati di monitoraggio sono riferibili al periodo dal 2013 al 2019 (comprendenti i dati precedenti all’introduzione della tecnica confusionale, dal 2013 al 2015 e quelli dopo l’introduzione, dal 2015 al 2019). Quando si introducono queste tecniche sul campo, ha commentato Guerra, per un risultato visibile è necessario attuare un monitoraggio preciso e costante, dove non vi siano variabili non calcolate. Il monitoraggio infatti può dimostrare quanto la confusione sessuale sia una tecnica adeguata per diminuire il livello di infestazione specifico.
La sperimentazione ha previsto le fasi seguenti:
– Selezione delle aree dello stabilimento adatte all’applicazione della tecnica e quelle non adatte. Entrambe le aree sono state comunque sottoposte a monitoraggio regolare e continuativo.
– Definizione del numero di diffusori e del punto di esposizione: la mappatura delle aree è stata espressa non solo in metri quadrati ma anche in volumi, indicazione quest’ultima molto utile al fine delle considerazioni finali. Condizionante nella collocazione appare la struttura del locale (per esempio nonostante siano coinvolti insetti maschi è rischioso posizionare diffusori vicino ad una macchina in cui vi è prodotto esposto).
In generale va detto che i locali devono essere ben compartimentati per mantenere il più costante possibile il dosaggio feromonico all’interno.
I dati hanno restituito una diminuzione fra l’80 e il 90% dell’infestazione dove è stata applicata la confusione sessuale, ma un riduzione significativa delle catture è stata osservata anche nei locali adiacenti non sottoposti a diffusione. Un altro aspetto positivo emerso dalla sperimentazione è anche una riduzione dei trattamenti a base di biocidi complementari a questa tecnica, fatto che porta a un minor rischio di contaminazione chimica dei prodotti.
IPM nel mondo
Le pratiche di PC e IPM nel mondo non trovano un’uguale modalità di applicazione in ambito alimentare. L’ultimo intervento dell’evento ha riguardato proprio una riflessione sull’influenza di alcuni fattori che caratterizzano la lotta agli infestanti in diversi Paesi. Daniele Caldirola, esperto di pest control della Origin exterminators Ltd, di Singapore, con una lunga esperienza nel Sud Est Asiatico e in Africa ha raccontato di come lavorare in queste aree del mondo lo abbia portato a riflettere sulle differenze di gestione delle infestazioni alimentari nei Paesi Occidentali e in quelli in Via di Sviluppo. Queste differenze trovano spiegazioni nelle condizioni ambientali generali in cui si trovano le aziende di produzione in questi Paesi, ma anche in normative molto meno stringenti e nelle diversità di culture e tradizioni.
Caldirola ha infatti esordito precisando come in Europa il divieto di impiego di prodotti fra cui esche tossiche, bocconi avvelenati, bromuro di metile, negli ultimi 15-20 anni abbia trasformato il controllo delle infestazioni nell’industria alimentare. Le nuove normative hanno però generato nuove sfide che hanno portato a un’evoluzione più sostenibile della gestione di queste procedure.
Nei Paesi in Via di Sviluppo, dove i problemi di infestazioni sono molto importanti e le perdite di alimenti per contaminazione da infestanti raggiungono percentuali elevate, l’errata gestione dei biocidi, con trattamenti poco regolamentati e controllati, sta avendo gravi conseguenze sull’ambiente e sulla salute degli operatori. Si stanno poi selezionando specie resistenti ai principi attivi utilizzati, che aggiungono complessità alla soluzione di un problema di già difficile gestione.
L’impiego di tecniche più evoluto – ha concluso Caldirola, sintetizzando anche il messaggio che l’evento di OSD ha voluto promuovere – è che sebbene l’IPM richieda maggiore preparazione, professionalità e continua formazione da parte dell’operatore, consente anche di prevenire la diffusione di resistenze batteriche e di operare un controllo delle infestazioni delle derrate efficace anche da un punto di vista di tutela ambientale, con l’impiego di tecniche di lotta sostenibili e alternative ai metodi chimici.
[1] Insect Science (2017) 24, 503-510, DOI 10.1111/1744-7917.12319 – Controlling infestation of a chocolate factory by Plodia interpunctella by combining mating disruption and the parassitoid Habrobracon hebetor. Pasquale Trematerra, Annachiara Oliviero, Sara savoldelli and Matthias Scholler.