Si chiama effetto rossetto, il fenomeno economico e psicologico per cui i consumatori anche in tempo di crisi tendono a ridurre le spese per acquisti di beni costosi e durevoli ma continuano a concedersi piccoli lussi o piaceri più accessibili.
Questa tendenza si applica anche ai consumi alimentari: la food indulgence arriva anche sulle nostre tavole. I piccoli lussi più gettonati sono cibi gourmet, conosciuti anche comeluxury food, come vini o liquori pregiati, ma anche ingredienti all’apparenza semplici come l’olio d’oliva. Non mancano poi prodotti come il caviale, il foie gras, e i tartufi che si trovano non solo sulle tavole più esclusive, ma si fanno protagonisti di un consumo sempre più diffuso.
I luxury food si affermano sempre più come simbolo di esclusività e raffinatezza, garantendo esperienze culinarie di lusso anche a casa, nonostante una situazione economica piuttosto tesa dal punto di vista mondiale che però non basta a scoraggiare i consumi.
Tanto è vero che la prospettiva di crescita del settore alimentare di lusso è del tutto incoraggiante: secondo Zion Market Research, nel 2022, il mercato globale dei prodotti alimentari di lusso valeva circa 160,51 miliardi di dollari e si prevede che crescerà fino a circa 550,65 miliardi di dollari entro il 2030, con un tasso di crescita annuale di circa il 16,66% tra il 2023 e il 2030. Ma non solo, perché secondo un sondaggio condotto da Deloitte e riportato anche dalla rivista specialistica The Grocer ha rilevato che oltre 3 consumatori su 4 hanno acquistato cibi o bevande di lusso. Il 34% dei consumatori ha scelto di acquistare prodotti che vanno da caffè speciali al pane artigianale, ma anche liquori premium e prelibatezze dolciarie.
Il trend ha trovato nuova forza anche grazie alla cultura pop, con icone internazionali che celebrano il food indulgence sui social media e nella moda, dove una scelta ricercata dal punto di vista gastronomico diventa parte integrante dello stile di vita.
Della stessa filosofia anche il gastronomo e artigiano del gusto Vittorio Vaccaro : “Gli acquirenti – afferma – vogliono qualcosa di speciale nella loro vita quotidiana e quale migliore opportunità per i commercianti di generi alimentari e i marchi di beni di largo consumo che possono soddisfare e persino superare queste aspettative, trasformando le normali corse al supermercato o una serata al ristorante in viaggi di scoperta e piacere? Attraverso l’adozione di un lusso accessibile, i prodotti pregiati si stanno espandendo dalle cucine stellate alle case dei consumatori, rendendo il gusto e l’esclusività alla portata di un pubblico sempre più ampio”.
Anche mangiare fuori diventa una celebrazione di questa tendenza, dato che offre l’opportunità di compiere un’esperienza gastronomica unico. Facendo riferimento al sondaggio Ballin’ on a budget realizzato e pubblicato da YouGov infatti il 24% dei consumatori statunitensi afferma che darebbero la priorità a questa categoria di spesa, mentre per gli uomini intervistati, mangiare fuori è la categoria di piacere principale (16%). “Mangiare fuori al ristorante – prosegue Vaccaro – può restituire ai consumatori un’esperienza gastronomica insolita, soprattutto se offrono concept innovativi per rendere ogni piatto un’esperienza gourmet. Il ristorante diventa posto ideale non solo per sperimentare i piccoli lussi, ma anche per poter permettere ai consumatori di replicare l’esperienza a casa propria grazie alla possibilità di acquistare in loco i piccoli tesori gastronomici appena assaporati”.