ATTUALITA’ – Origin Italia: “No alle IGP non alimentari”

8 Marzo 2023

 

Origin Italia – Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche esprime il proprio disaccordo con la nuova proposta di Regolamento della Commissione Europea per le Indicazioni Geografiche “non Agri”. Secondo l’ente, l’utilizzo del logo IGP per le IG non alimentari rischia di creare confusione sul mercato e di penalizzare i prodotti italiani. Sono 143 i prodotti agroalimentari IGP sottoposti a rigidi controlli e con una forte reputazione alle spalle.

La nuova normativa, infatti, consentirebbe l’utilizzo del logo delle IGP dedicato ai prodotti agroalimentari anche alle IG artigianali e industriali non alimentari, il cui sistema di controllo sarebbe basato solo da autodichiarazione degli stessi produttori.

Pertanto, entrerebbe in contrasto con le procedure previste dal Regolamento dei prodotti agroalimentari e vitivinicoli che obbligano le IGP ad avere un rigido sistema di controllo basato sui disciplinari, attuato attraverso dettagliati piani di controllo, garantito da un ente di certificazione indipendente e vigilato dai relativi Consorzi di Tutela di concerto con l’ICQRF.

Le ragioni delle obiezioni

“Pur essendo favorevoli alla nascita di un sistema delle IG artigianali  non alimentari –  dichiara Cesare Baldrighi Presidente di Origin Italia – questa nuova disposizione creerebbe una grande distorsione non solo perché con lo stesso logo si indicano categorie merceologiche molto differenti, ma soprattutto perché i livelli di garanzia di un prodotto agroalimentare e vitivinicolo sono alti e già noti al consumatore.

E’ assurdo che la Commissione Europea possa proporre soluzioni di questo genere che rischiano di indebolire un sistema che funziona da oltre 30 anni”. 

La proposta in discussione

La Commissione Europea ha avviato nel 2020 un’iniziativa legislativa per creare un sistema di protezione per le Indicazioni Geografiche dei prodotti artigianali e industriali (“non Agri”), anche per favorire le azioni di contrasto ai prodotti contraffatti.

La proposta di regolamento, presentata ad aprile 2022, consentirebbe una registrazione delle IG fondata su due fasi, la prima a livello nazionale e la seconda, finalizzata alla valutazione e all’approvazione della richiesta di registrazione, gestita dall’EUIPO.

Inoltre, stabilisce che i produttori dovranno presentare soltanto un’autodichiarazione di conformità dei prodotti ai relativi disciplinari di produzione, permettendo così l’utilizzo del logo IGP senza una vera e propria verifica.

I prossimi passi

Nei prossimi giorni Origin Italia si attiverà di concerto con Origin EU coinvolgendo tutti i parlamentari europei, ma soprattutto il Governo italiano attraverso il Ministro Francesco Lollobrigida, per correggere tale errore strategico dell’Unione Europea che rischia di far perdere valore ad un sistema collaudato come quello delle DOP IGP agroalimentari e vitivinicole.

 

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