MERCATO – Surgelati: sei decenni di storia

28 Febbraio 2023

60 anni e non dimostrarli. In concomitanza con la “Giornata del cibo surgelato” (6 marzo), l’Istituto Italiano Alimenti Surgelati (IIAS) celebra i 60 anni di attività ripercorrendo le tappe più significative di questa storia, che si intreccia inestricabilmente con quella del Paese e delle nostre abitudini di consumo.

Era il 1963 quando su iniziativa delle più importanti industrie produttrici di surgelati operanti all’epoca in Italia, nacque IIAS, con lo scopo di valorizzare i prodotti sotto zero in Italia.

Sì, perché pochi prodotti come i surgelati hanno accompagnato l’evoluzione del Paese, che negli anni del Dopoguerra, insieme ai primi frigoriferi, ha portato nelle case degli italiani anche  i surgelati.  Se nel 1958 solo il 13% possedeva un frigorifero, nel 1965, la percentuale era quadruplicata raggiungendo oltre la metà della popolazione (55%).

Dalla diffidenza alla conquista del mercato

In un Paese, come il nostro molto legato al consumo fresco, i surgelati sono stati accolti con qualche diffidenza, ma negli anni, sono divenuti parte delle nostre abitudini alimentari. Oggi li scelgono 9 italiani su 10, che ne consumano 16 kg pro-capite all’anno (erano 3 nel 1980), per un valore di mercato in continua ascesa, che nel 2021 si stima 4,8 mld di euro. Altro dato significativo del trend di cresciuta dei surgelati negli ultimi anni: fra il 2019 e il 2021 l’incremento dell’acquisto dei freezer in Italia è stato pari al +21%.

“Nel nostro Paese – ricorda il Giorgio Donegani, Presidente IIAS – la cultura del cibo surgelato è arrivata con qualche anno di ritardo rispetto all’Europa centro-settentrionale e ha portato una grande innovazione nel settore alimentare, introducendo elementi come praticità, facilità di conservazione, velocità di preparazione, fondamentali per accelerare la rivoluzione sociale che ci ha accompagnato fino ad oggi”.

Oggi i surgelati sono diventati parte integrante delle scelte alimentari dei nostri connazionali, grazie ai loro punti di forza: l’alto livello qualitativo delle materie prime; l’elevato apporto nutrizionale; la sempre più vasta ampiezza della proposta; l’enorme praticità d’uso; la disponibilità costante in ogni periodo dell’anno; la massima sicurezza e trasparenza di informazioni; la grande valenza anti spreco e, in generale, la rispondenza alle crescenti esigenze di consumo.

Un’evoluzione anche sociale

L’evoluzione tecnologica che nel tempo ha saputo migliorare la qualità del prodotto finito ha permesso di conquistare fasce sempre maggiori di consumatori.

“L’evoluzione del mercato dei surgelati si inserisce con grande coerenza nella dimensione del nuovo paradigma ‘Smart & Sustainable’ che abbiamo individuato negli ultimi anni”, commenta Francesco Morace, sociologo, esperto di consumi e presidente Future Concept Lab.

“Il paradigma concilia l’intelligenza della tecnica, l’innovazione nei comportamenti con le esigenze della sostenibilità e dello scarto zero. La possibilità smart di ‘modulare’ nei tempi e nelle porzioni il consumo di cibo in casa e nella ristorazione, attraverso il ricorso ai surgelati, risponde al desiderio crescente dei consumatori di semplificarsi la vita senza rinunciare alla qualità degli ingredienti e dei prodotti alimentari e alla gratificazione palatale.

Il mondo dei surgelati ha dimostrato in questi anni di saper rispondere a questa richiesta, garantendo la condizione di ipernaturalità che le persone apprezzano in modo crescente: questo spiega la sua crescita ininterrotta”.

Le categorie più emblematiche
  1. Il bastoncino di pesce. Commercializzato per la prima volta in Italia nel 1967, è consumato abitualmente da oltre 10 milioni di famiglie.
  2. Le patatine fritte. Approdate in Italia nel 1969, sono parte delle abitudini quotidiane delle famiglie italiane: rappresentano da sole quasi il 15% del volume totale degli alimenti surgelati consumati (dati IIAS 2021); percentuale che schizza a quasi il 25% nel fuori casa.
  3. Minestrone. Apparsi negli anni Settanta si sono via via evoluti, anche grazie alla tecnologie IQF  (Individually Quick Frozen, ovvero “surgelato individualmente”). Rappresentano una quota considerevole del grande comparto dei vegetali che costituiscono il 40% del totale dei surgelati venduti in Italia. 
  4. Pizza. Oggi le famiglie italiane mangiano, ogni anno, 240 milioni di pizze surgelate, per un totale di 60 mila tonnellate pari al 10% di tutti i consumi di surgelati nel nostro Paese. Fra il 2019 e il 2021, l’export italiano di pizze surgelate nel mondo è aumentato del 18%, fino a superare il valore di 700 milioni di euro all’anno.
  5. Piatti pronti. Da prodotti destinato al catering e alle mense aziendale, raggiungono anche il consumatore domestico, anche in questo caso grazie alla diffusione della tecnologia IQF. Oggi la varietà delle ricettazioni disponibili esprime la tradizione gastronomica italiana e mediterranea.

“Nel corso degli anni – ricorda Giorgio Donegani – il surgelato ha più volte ‘cambiato pelle’: da risorsa d’emergenza a valido alleato; da soluzione ‘salva-cena’ per donne lavoratrici e single fino all’attuale profilo di prodotto d’eccellenza per tutta la famiglia, grazie al suo alto contenuto di servizio.

In sessant’anni il comparto è stato protagonista di un costante miglioramento della qualità dei prodotti, dovuto alla ricerca selettiva sulle materie prime, alle nuove tecnologie di surgelazione, ad una razionalizzazione dei canali distributivi e al sempre più evidente fattore innovativo”.

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