L’assemblea di ASSICA – Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi – ha eletto all’unanimità Lorenzo Beretta come suo nuovo Presidente. Tanti i temi caldi con cui si dovrà confrontare e sui quali il settore è chiamato a rispondere: il forte incremento dei costi industriali e della materia prima (nazionale ed estera) – che perdurano dal 2022 – e la PSA (peste suina africana), problematica iniziata a Gennaio 2022, che non accenna ad essere risolta, con gravissime ripercussioni sull’export dei nostri prodotti verso i Paesi terzi.
Durante l’assemblea sono stati presentati i dati economici del settore per l’anno 2023: anno con una contenuta crescita dello 0,7% in quantità nella produzione dei salumi, dopo la flessione registrata nel 2022, attestandosi a 1,151 milioni di tonnellate da 1,143 dell’anno precedente 2022 .
In crescita del 7,2% il valore della produzione, salito a circa 9.168 milioni di euro da 8.553 milioni del 2022, spinto dall’alta inflazione e dagli ingenti aumenti dei costi aziendali, in particolare della materia prima carne.
L’insieme delle produzioni del settore (comprese le lavorazioni dei grassi e delle carni bovine in scatola) ha presentato un fatturato di 9.498 milioni di euro, superiore (+6,6%) a quello del 2022 (8.907 milioni di euro).
Tengono i consumi interni
Il consumo apparente pro-capite si è attestato intorno ai 16,7 kg, in linea con il 2022 (+0,2%). Considerando l’insieme dei salumi e delle carni suine fresche, il consumo apparente pro-capite è sceso a 28,1 kg (-1,2%), penalizzato dalla flessione dei consumi di carne suina fresca (-3,3% per 11,3 kg).
Per quanto riguarda le singole categorie, i consumi apparenti dei prosciutti crudi stagionati sono scesi a 212.300 ton (-3,4%); quelli di prosciutto cotto sono saliti a quota 278.300 ton (+0,8%). Sono risultati in aumento anche i consumi di salame, attestatisi a 85.500 ton (+0,8%), mentre sono risultati in calo quelli di mortadella e wurstel (-1,7% per 198.700 ton) penalizzati dal forte calo dei wurstel. La mortadella, infatti, ha registrato un aumento della disponibilità al consumo di circa il 2%. Hanno evidenziato un ridimensionamento anche i consumi di bresaola scesi a 23.500 ton dalle 24.000 dell’anno precedente (-2,0%), mentre sono aumentati quelli degli “altri salumi”, attestatisi a 198.100 ton. (+5,8%).
La struttura dei consumi interni ha così visto al primo posto sempre il prosciutto cotto, con una quota pari al 27,9% del totale dei salumi, seguito dal prosciutto crudo al 21,3%, da mortadella/wurstel al 19,9%, dal salame all’8,6% e dalla bresaola al 2,4. Chiudono gli altri salumi al 19,9%.
Bene l’export
Il 2023 ha registrato anche un’importante crescita nell’export dei salumi italiani. Secondo i dati rilasciati da ISTAT, le spedizioni dei salumi italiani sono salite a quota 206.859 ton (+6,2%), raggiungendo l’importante traguardo dei 2.157,6 milioni di euro (+8,7%).
Nel corso del 2023 hanno mostrato una crescita anche le importazioni di salumi, salite a 49.922 ton (+8,8%) per un valore di 296,3 milioni di euro (+16,4%).
Il saldo commerciale del settore è così salito a quota 1.861 milioni di euro, in aumento (+7,6%) rispetto al 2022.
Le esportazioni del comparto, in termini di fatturato, hanno mostrato un passo più veloce sia rispetto a quello dell’industria alimentare (+6,6%) sia, soprattutto, a quello generale del Paese (+0,1%).
Lorenzo Beretta, nuovo presidente ASSICA