Continua a crescere il comparto dei prodotti surgelati, che ha registrato nel 2021 un incremento di oltre il +5% sul 2020. Anche il fuori casa riparte.
Il consumo complessivo del sottozero supera le 940.00 tonnellate, con una quota procapite di 16 kg (contro i 15,2 kg del 2020). Determinante nella crescita non solo il risultato ottenuto dal Retail, che è aumentato del +1,7% a volume, ma soprattutto dal Fuoricasa, ripartito con un incremento del +19,6% dopo il brusco crollo del 2020 (-37%), causato dal lockdown e dalle chiusure forzate della pandemia.
Si attesta su quota 96 mila tonnellate il dato complessivo delle vendite e-commerce e door-to-door, che oggi rappresentano circa il 10% di tutti i consumi di surgelati in Italia, con significativo incremento delle vendite online, che dopo gli aumenti record del 2020 hanno continuato a crescere, nel 2021, di un +20,6% a volume e un +17,4% a valore.
Sono queste le evidenze più significative del “Rapporto Annuale sui Consumi dei prodotti surgelati” di IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati, che ha fotografato l’andamento del settore in Italia nel 2021.
Vegetali, ittico e patate i più venduti
Territorio, salute, tradizione e ambiente sono i valori che hanno guidato le scelte alimentari degli Italiani nel 2021, con inevitabili ricadute anche sull’andamento di ogni singolo segmento merceologico del comparto surgelati.
A confermare la propria leadership per volumi consumati nel Retail, pur con una lieve diminuzione rispetto al 2020 (-2%) i vegetali, con 255.400 tonnellate. Eccellente la performance di quelli preparati (+12,6%), che si confermano un valido alleato per chi guarda al benessere e a elevati contenuti nutrizionali. Non estranea, infine, a questo risultato positivo la perdurante tendenza del consumatore italiano a scegliere sempre più spesso proteine a base vegetale.
Buoni risultati anche per i prodotti ittici, con 113.300 tonnellate nel Retail (+2%), che si sono fatti apprezzare come prodotti sicuri, salutari, nutrienti e sempre disponibili, grazie ai loro innumerevoli plus.
Le patate surgelate (sia fritte che elaborate) si sono classificate sul terzo gradino del podio, totalizzando consumi per 85.700 tonnellate (+7,2% sul 2020).
Anche pizze e snack hanno fatto registrare un incremento (+1,8%) dei consumi, toccando il volume di 92.400 tonnellate. A trainare il segmento con un significativo +4,2% gli snack salati, a conferma della ritrovata dimensione domestica di un’abitudine importante come l’aperitivo.
Con 37.400 tonnellate circa, i piatti ricettati hanno segnato l’incremento percentuale più elevato: +10,2%. Un riconoscimento ai costanti sforzi di innovazione delle aziende nella direzione del gusto e della varietà dell’offerta.
Buone performance negli USA
“L’andamento 2021 dell’export – afferma il Presidente IIAS Giorgio Donegani – conferma la grande vitalità del settore italiano dei surgelati, malgrado le non poche difficoltà incontrate prima a causa del perdurare della pandemia e poi per gli aumenti dei prezzi energetici e delle materie prime, per i crescenti problemi nella logistica e nei trasporti e, da febbraio di quest’anno, per lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, con il conseguente inasprimento dei rapporti internazionali. In questo complesso, il mercato americano sta assumendo una importanza strategica anche per l’export del frozen food italiano”.
Infatti, grazie agli accordi raggiunti da UIF-Unione Italiana Food, il 2021 è stato il primo anno in cui le aziende italiane di pizze surgelate operanti su tutto il territorio della Penisola hanno potuto esportare sul mercato americano anche le pizze contenenti carne suina / prodotti di salumeria: una grande opportunità per chi voglia intercettare i gusti dei consumatori statunitensi, notoriamente amanti della “Pepperoni Pizza” il cui ingrediente principale è il salame piccante.
Negli ultimi due anni (2021 vs 2019) l’export di pizze surgelate made in Italy ha così segnato una crescita notevole: +18,1% a valore e +17,7% a volume.
Luci e ombre nel Fuori Casa
Nel 2021 la ristorazione ha recuperato parte delle perdite accumulate nel 2020. Di questo trend hanno beneficiato anche i prodotti surgelati, che hanno registrato un aumento dei consumi pari al +19,6% a volume, attestandosi a 240 mila tonnellate. Non siamo ancora ai livelli pre-pandemia, quando il Fuori casa rappresentava il 40% del totale mercato dei surgelati, ma i dati sono incoraggianti.
Eppure, oggi permangono ancora alcune condizioni, esclusivamente (o quasi) italiane, il cui superamento consentirebbe ai surgelati di assumere anche fuori casa l’importanza che meritano.
Ne è esempio la presenza dell’asterisco sui menù, un obbligo non è previsto da una legge dello Stato, ma frutto di un orientamento della giurisprudenza italiana, ormai anacronistico e basato su un’idea di alimento surgelato ampiamente superata.
Lo stesso pregiudizio si ritrova nei nuovi Criteri Ambientali Minimi (CAM) per il servizio di ristorazione pubblica. La normativa, infatti, continua a limitare fortemente la tipologia degli alimenti surgelati ammessi nella refezione pubblica, anche scolastica, consentendo il consumo esclusivamente di 4 prodotti vegetali – piselli, fagiolini, spinaci e biete – e di prodotti ittici selezionati in base all’area di pesca (sono ammessi solo quelli provenienti dalle zone geograficamente più vicine all’Italia: Mediterraneo, Mar Nero, Atlantico Nord-Orientale e Mar Baltico).
“IIAS ritiene che il tema meriterebbe una riflessione pubblica, volta a sgombrare il campo da pregiudizi datati e privi di logica, con l’obiettivo di nobilitare l’uso degli alimenti surgelati anche nel campo della ristorazione collettiva (mense, scuole, ristoranti), contribuendo a diffondere una corretta cultura del prodotto sottozero”, conclude il Presidente Donegani.