L’inclusione delle differenze accelera la crescita delle aziende.
E’ quanto emerso durante la seconda edizione del Diversity Brand Summit 2019, evento dedicato alle aziende e all’impatto dell’inclusione (D&I) sul business. I dati del progetto di ricerca condotto da Diversity, associazione impegnata nella diffusione della cultura dell’inclusione e Focus Management, società di consulenza strategica, sono stati presentati presso Fondazione Feltrinelli di Milano, nell’ambito della Milano Digital Week.
La ricerca
Lo studio ha analizzato 7 categorie di diversità tra quelle riconosciute in letteratura – credo/religione, disabilità, età, etnia, genere e identità di genere, orientamento sessuale e affettivo e status socio-economico – per valutare la percezione delle consumatrici e dei consumatori sul livello di inclusione dei brand e il loro impegno reale sulla D&I.
I risultati
Il 74% sceglie o preferisce brand inclusivi, che investono sulla D&I. Cresce così il numero degli ambassador, cioè consumatrici e consumatori che consigliano il marchio percepito come etico. Quest’anno il Net Promoter score (l’indice di passaparola) è infatti arrivato all’85,1%, con un potenziale in termini di crescita dei ricavi del +20% (rispetto al 16,7% del 2018), a dimostrazione della correlazione marcata fra D&I, passaparola positivo e crescita economica/ricavi del brand.
La D&I fa bene al business e all’azienda.
Aumenta il numero di iniziative di inclusione realizzate dalle aziende, pur disponendo di budget ancora limitati. L’attenzione alla dimensione interna inizia anche ad essere integrata verso l’esterno (B2C). Emerge alla fine che l’impegno sulla D&I ha non solo un forte impatto sulla reputazione ma genera fiducia nei brand, alimenta la brand equity e indirizza le scelte di acquisto.
«L’inclusione non è più considerata un tabù, ma un vero e proprio asset di crescita strategico», secondo Emanuele Acconciamessa, COO di Focus Management. «La diversità è la realtà: le aziende che non sanno parlare, pensare e agire includendo restano fuori da essa e quindi dal mercato», ha commentato Francesca Vecchioni, fondatrice e presidente di Diversity.
And the winner is…
A tutti i brand inclusi nella TOP 100 dei marchi percepiti dal mercato come più inclusivi è stata richiesta la candidatura delle attività (sia interne che rivolte all’esterno) attuate negli ultimi 12 mesi sulla D&I. Fra i 20 selezionati e valutati da un panel internazionale di esperti, Google è stata insignita con il Diversity Brand Award 2019, per aver lavorato in maniera innovativa, multicanale e multidisciplinare, per la piena autorealizzazione delle persone e aver compreso la propria responsabilità nella crescita culturale del nostro Paese. Vodafone si invece è aggiudicata il Diversity Brand Award Digital per il progetto TOBi, l’assistente digitale che facilità le relazioni dei clienti con l’azienda in particolare in presenza di problemi a vista, udito, tempi lavorativi e disabilità.
E l’alimentare non sta a guardare. Fra i 20 selezionati, alta la rappresentanza delle aziende del settore food: Barilla, Carrefour, Coca Cola, Eataly, Garofalo, Nestlè e Vitasnella.
www.diversitybrandsummit.it