OSSERVATORI – L’industria investe nel packaging sostenibile

23 Settembre 2023

Le imprese dell’industria e della distribuzione alimentare concordano sulla scelta di adottare packaging sostenibili. E dichiarano, tanto per cultura aziendale che per strategicità a livello di business, la centralità degli aspetti ESG nelle loro scelte di investimento.

È quanto emerge dalla quarta edizione dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo, realizzato in collaborazione con SPINLIFE-Università di Padova, per misurare e studiare l’impatto degli imballaggi dal punto di vista della sostenibilità ambientale.

Anche la filiera agroalimentare è responsabile del climate change

La filiera agroalimentare non sfugge dallo scacchiere delle responsabilità della crisi climatica in atto, tanto da essere considerata dagli italiani il quarto settore maggiormente responsabile del climate change, dietro a industria energetica, trasporto aereo e trasporto su gomma.

Modelli sostenibili di produzione e consumo

Dalle rilevazioni dell’Osservatorio Packaging emerge come la conservazione dei prodotti venga considerato lo strumento in grado di ridurre lo spreco alimentare e allungare la shelf life dei prodotti alimentari (per il 66% degli intervistati), seguito dalla capacità di proteggerne le proprietà organolettiche (60%) e al contributo nel definire la sostenibilità del prodotto stesso (47%).

A fronte dell’obiettivo di ridurre i rifiuti generati dal packaging dei prodotti e di aumentare la quantità di packaging riciclato, le caratteristiche maggiormente ricercate sono l’assenza di overpackaging (per il 58% dei rispondenti), la totale riciclabilità (56%), la presenza di ridotte quantità di plastica (47%), le basse emissioni di CO2 (46%) e l’utilizzo di materiale riciclato (45%)” – ha spiegato Valentina Quaglietti, Head of Customer Observatories di Nomisma

Per le insegne retail gli aspetti ESG sono centrali

Qual è l’impegno delle aziende dell’industria alimentare e delle insegne retail che operano in Italia? A questo riguardo, nei mesi estivi Nomisma ha condotto un’attività di Expert Consultation che ha visto la partecipazione di 6 imprese dell’industria e della distribuzione alimentare.

Per tutte queste imprese gli aspetti ESG sono risultati centrali negli impegni e nelle scelte di investimento aziendali. I motivi principali che spingono a investire in sostenibilità sono la conformità con i valori dell’azienda, la strategicità a livello di business ma anche la necessità di adeguamento al quadro normativo.

La sostenibilità passa dal packaging primario e secondario

Il packaging risulta in cima alle azioni di sostenibilità, sia per quanto riguarda il packaging primario che quello secondario. Le azioni più citate sono risultate essere la riduzione di materiali impiegati nel confezionamento a parità di prodotto e la sostituzione dei materiali plastici presenti negli imballaggi.

In tutte le aziende intervistate è stato rilevato un impegno per il recupero e il riuso degli imballaggi e il ricorso a materiali in grado di garantire un minor impatto ambientale.

Per i manager coinvolti quelle relative alle caratteristiche di sostenibilità del packaging devono essere scelte oggettive e misurabili, prese solo dopo studi e valutazioni scientifiche dell’effettivo impatto dell’imballaggio sull’ambiente: tre aziende su sei si affidano a studi LCA, una a valutazioni dell’impronta idrica ma c’è anche chi conduce analisi specifiche su singoli prodotti e i relativi packaging o chi effettua una selezione mirata dei fornitori. Nello specifico, riduzione delle emissioni di CO2, riciclabilità dei materiali e impiego di materiali di riciclo sono i criteri principali in base ai quali l’impresa valuta la sostenibilità del packaging.

L’importanza della comunicazione

La quarta edizione dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo è stato presentato da Valentina Quaglietti, Head of Customer Observatories di Nomisma, nel corso dell’evento “Il packaging del futuro. Sostenibilità, normative e impatti sulla filiera agroalimentare”.

Alla successiva tavola rotonda, moderata da Armando Garosci, Direttore Largo Consumo, hanno partecipato: Riccardo Cavanna, Presidente UCIMA; Chiara Faenza, Responsabile Sostenibilità e Innovazione Valori COOP Italia; Alessandro Manzardo, Founder SPINLIFE; Marco Marchetti, Vice President Packaging Materials & Sales & Distribution Systems TETRA PAK Italia; Marika Bonsi, Responsabile packaging Conserve Italia.

L’attenzione nei confronti della sostenibilità non si ferma all’interno dell’azienda ma arriva a stakeholder e consumatori attraverso una comunicazione che vede l’integrazione tra canali tradizionali (etichetta, banner, campagne pubblicitarie), digitali (account social e sito web dell’azienda) e bilancio di sostenibilità. La valorizzazione delle azioni svolte dalle aziende in fatto di tutela dell’ambiente diventa così non solo strumento di condivisione di valori e posizionamento del brand ma anche mezzo di informazione e formazione, tramite cui trasmettere ai consumatori le conoscenze utili a valutare in che modo la scelta di acquisto di un prodotto o in alternativa a un altro possa generare un diverso impatto sull’ambiente” – ha sottolineato Valentina Quaglietti.
Etichette e social per comunicare con il consumatore

Secondo quanto emerso dall’indagine di Nomisma, le informazioni circa lo smaltimento e il riciclo, la riduzione del materiale impiegato e la sostenibilità delle fonti energetiche e delle materie prime usate sono i principali argomenti da comunicare al consumatore, utilizzando principalmente le etichette e i canali social dell’azienda.

 

Fonte: Nomisma

 

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