MERCATO – Le sfide del 2023 per il retail

26 Gennaio 2023

Aumento dei prezzi, riduzione dei margini, cambiamenti nel carrello: l’eredità che il mercato del retail riceve dal 2022 non è tra le più favorevoli. Uno studio pubblicato da IRI delinea le tendenze dello scorso anno per capire in che modo potranno influenzare i mercati nei prossimi mesi.

Il primo elemento di cui tenere conto è il prezzo. Nei primi mesi del 2022, infatti, il retail è stato riluttante nel trasferire gli aumenti dei prezzi di produzione, nel timore di perdere competitività e traffico, per poi procedere con gli aumenti nel corso dell’anno. Nonostante gli aumenti, però, i volumi di vendita hanno tenuto, con solo un leggero calo rispetto al 2021. In particolare, nel complesso del largo consumo, il reparto alimentari ha mostrato una buona tenuta.

Si rafforzano i discount, rallenta l’eCommerce

L’incremento dei prezzi ha influenzato anche i canali di vendita portando al rafforzamento della crescita dei discount. La quota di mercato del canale ha raggiunto quasi il 21% a valore. Per quanto riguarda gli altri canali, sono cresciuti supermercati e superstore, mentre continua la crisi degli ipermercati. I negozi tradizionali, dopo la crescita del 2020, hanno perso quota.

Discorso a parte merita l’eCommerce. Anche il commercio elettronico, dopo il boom del 2020 – 2021, ha arrestato la sua crescita fermando la sua incidenza attorno ai 2 punti percentuali. A perdere terreno sono state soprattutto le categorie degli alimentari e delle bevande, che invece avevano guidato l’espansione negli anni precedenti.

Calano le promozioni, cresce la MDD

Un altro fenomeno legato all’inflazione è il minor ricorso alla leva delle promozioni da parte dei distributori. Per preservare i margini, la pressione promozionale è ai minimi storici. In compenso è aumentata la loro efficacia, segno che i consumatori, sempre meno fedeli al punto vendita, perseguono il contenimento dei costi della spesa.

In questo scenario, accelerano le Marche del Distributore, che continuano ad aumentare il referenziamento a discapito delle Marche Industriali, che invece hanno visto costantemente ridurre l’offerta a scaffale negli ultimi 6 mesi. La quota è arrivata al 27,6% sul totale canali (compreso Discount e eCommerce) e al 20,9% in ipermercati, supermercati, libero servizio.

Le 5 tendenze per il 2023

Gli analisti di IRI hanno rilevato 5 tendenze principali.

  1. La perdita di potere d’acquisto dei consumatori. Questa erosione determinata dall’inflazione inciderà sui parametri di comportamento di consumo, di conseguenza le famiglie ricorreranno ancora ai risparmi per far fronte alle spese quotidiane.
  2. Il mantenimento dei prezzi a livelli alti, anche se ci si attende un rallentamento dei rincari per il secondo semestre.
  3. La necessità di recuperare la leva promozionale per fronteggiare la concorrenza, sostenere i volumi e calmierare i prezzi. Sarà una azione fondamentale soprattutto nelle categorie con maggiore elasticità nei confronti del prezzo e per l’industria di Marca.
  4. L’impoverimento del carrello, anche attraverso lo spostamento verso canali di acquisto più economici. Anche in iper e supermercati verranno premiati i prodotti di fascia media.
  5. La conferma dello sviluppo della MDD, che ha ancora margini di crescita e potrebbe ostacolare il rilancio della leva promozionale.

Foto di Steve Buissinne da Pixabay

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